Residui di tuono

Giorgio Cittadini

10,00

Se è vero che, sia pure con eccezioni, la poesia sgorga improvvisa come secreto dell’inconscio, allora Residui di tuono si propone come riverbero dei suoi contenuti archetipici all’avanzare della Grand’Età. Ma le cadenze del tuono di un tempo, quando tutto era luce quando tutto era sogno, ora sono solo un lontano brusio. Nelle sue sei sottoraccolte scorrono in sequenza, in un excursus atemporale e aspaziale (ah, quante vite può simultaneamente vivere il poeta!), temi quali l’assenza di sentimento del tempo nell’amicizia, la voga “a vista” delle navigazioni sentimentali più tormentate, i dialoghi silenti con il forestiero che alberghiamo, nei quali, per dirla con Saint-John Perse, l’occhio arretra di secoli nei distretti dell’anima, il rapporto rispettoso con gli elementi naturali, il vento, il mare (“Raccontano che il mare abbia il vizio di parlare da solo. E chi potrebbe mai sostenerne il discorso?”). In Residui di tuono unico approdo alla serenità è il desiderio persistente di resistere alle disgregazioni che vento e pioggia degli accadimenti recano al nostro consistere.

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Descrizione

Se è vero che, sia pure con eccezioni, la poesia sgorga improvvisa come secreto dell’inconscio, allora Residui di tuono si propone come riverbero dei suoi contenuti archetipici all’avanzare della Grand’Età. Ma le cadenze del tuono di un tempo, quando tutto era luce quando tutto era sogno, ora sono solo un lontano brusio. Nelle sue sei sottoraccolte scorrono in sequenza, in un excursus atemporale e aspaziale (ah, quante vite può simultaneamente vivere il poeta!), temi quali l’assenza di sentimento del tempo nell’amicizia, la voga “a vista” delle navigazioni sentimentali più tormentate, i dialoghi silenti con il forestiero che alberghiamo, nei quali, per dirla con Saint-John Perse, l’occhio arretra di secoli nei distretti dell’anima, il rapporto rispettoso con gli elementi naturali, il vento, il mare (“Raccontano che il mare abbia il vizio di parlare da solo. E chi potrebbe mai sostenerne il discorso?”). In Residui di tuono unico approdo alla serenità è il desiderio persistente di resistere alle disgregazioni che vento e pioggia degli accadimenti recano al nostro consistere.

L’autore
Giorgio Cittadini nasce a Palermo, compie gli studi classici a Roma ove, nel 1960, si laurea in Medicina e Chirurgia. Intraprende la carriera scientifica prima a Siena e poi a Genova ove approda alla direzione dell’Istituto di Radiologia dell’Università, attività nella quale esplica una intensa attività didattica e scientifica. Nel 1985 pubblica la sua prima raccolta di poesie La gioia di cercare, seguita nel 1988 da Il pensiero del coccio. Nel 1989 la sua silloge La morte di Mirsilo (Sellerio Editore, Palermo) ottiene il premio Rhegium Julii. Un suo romanzo, Ariele e dopo, viene tradotto in lingua romena da Stefan Damian. Nel 2000 pubblica una traduzione del celebrato poema Anabase di Saint-John Perse corredata da una Guida alla Lettura dell’opera. Un suo poema En pensant à Ulysse compare nel maggio 2009 su La Revue des Archers. Dopo un lungo periodo di gestazione, nel 2016, pubblica, in stretta collaborazione con la semiologa e scrittrice francese Joëlle Gardes, una traduzione de I Poemi Provenzali di Saint-John Perse “Chronique” e “Chant pour un Èquinoxe” (Crocetti Editore, Milano).

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