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E se un cavallo dal carattere complicato aiutasse una ragazza che ha avuto un brutto incidente a ricominciare e a guardare senza paura le sue angosce? Questa è una storia vera, la mia storia, o almeno una parte di essa. Amyr è un cavallo da corsa comprato in Inghilterra da Davide, veterinario appassionato di scommesse ippiche, per poi essere portato in Italia all'ippodromo di San Siro. Lì il cavallo non viene capito e ce lo dice lui stesso parlando direttamente con il lettore. I dolori fisici e le continue percosse lo trasformano in una macchina da guerra pronto a distruggere chiunque si imponga su di lui. Poi ci sono io, che ho avuto un incidente a cavallo nel 2017 e uno nel 2019, che hanno insinuato in me un enorme senso di paura ed incertezza. Questo libro è un percorso per arrivare alla guarigione e alla consapevolezza, sia fisica che mentale che passa attraverso esperienze personali ed attraverso persone come Matteo, il mio compagno, un artiere con il sogno di diventare un allenatore di cavalli da corsa. Grazie a questo cavallo si sono saldati alcuni legami, mentre altri si sono spezzati. Amyr, considerato oramai senza speranza, torna a correre regalando una vittoria a Matteo, permettendogli di realizzare il suo sogno e di farsi un nome nel mondo dell'ippica come allenatore. Il regalo che ha fatto a me, invece, è molto più profondo perché, anche se non riuscirò mai a trovare il coraggio per montarlo, mi ha insegnato ad accettare le mie paure per poi considerarle una parte fondamentale della persona che sono oggi.
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Se vi capitasse di passare a Napoli, state bene attenti perché un essere completamente vestito di nero, cupo e ambiguo, potrebbe derubarvi di quanto di più caro possediate al mondo: la vostra storia.
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Melissa non ha mai incontrato fisicamente il personaggio filo conduttore di tutti i racconti. Ispirata dalla sua voce, Melissa compie in ogni racconto un viaggio dentro se stessa, nei recessi della sua anima, alla ricerca di un senso da dare alla propria vita. Lui le appare quasi sempre in momenti cruciali, portandole conforto e serenità e infondendole nuova linfa vitale, Luce e speranza con le sue parole intrise di umanità. Diventa per lei una sorta di guida spirituale, la sua STELLA POLARE. Ogni racconto racchiude in sé un messaggio di amore per la vita, instillando nella protagonista una maggiore consapevolezza e una nuova saggezza.
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«I rintocchi della campana di Comacchio, riportarono alla realtà il Capitano Tenax, cosi lo chiamavano i suoi uomini perché quando “addentava un osso”, non lo mollava mai. Il Tenace, questo era il suo nome di battaglia. Il suo vero nome era Luca Valentini, 32 anni, fisico atletico, 1,85 di altezza, capelli biondi e occhi azzurri...». Per uomini come il Comandante Valentini, in tantissime missioni la ricerca della verità passa anche dal mettere a rischio la propria vita: ordinaria quotidianità per chi crede ancora nella giustizia e nei diritti di coloro che vivono nel rispetto delle leggi. Ma ci sono storie che lasciano il segno anche dentro chi sembra temprato alle violenze più efferate: questa è una di quelle, la prima di una serie di racconti-verità che vogliono mettere in luce la determinazione, il coraggio e la passione di tanti uomini che, nell’ombra, svolgono un ruolo prezioso per contrastare il crimine.
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Il commissario Jean Bernard ha chiuso con il fumo anni fa, ripromettendosi di riprendere quando sarà 65enne. Cioè a breve. A quell’età non avrà il tempo di fargli troppo male. Cammina volentieri sotto la pioggia e spesso si sofferma sul Pont Saint Michel a guardare la Senna e i lunghi barconi neri che si muovono silenziosi. Beve acqua ghiacciata, sente che lo rigenera. Dovunque sia, gradisce mangiare bene, preferendo le specialità locali. In realtà si adatta a qualunque piatto. Del colesterolo alto si preoccupa poco, convinto che camminare molto sia la terapia migliore. Nei momenti decisivi di un’inchiesta, a volte appoggia la fronte sul vetro della finestra dell’ufficio: quel contatto facilita inventiva e intuito, qualità delle quali è ben provvisto. Se può, quando passa dalle parti del cimitero di Montparnasse, va a salutare la sua Christine, amata compagna della sua vita. Da quando lei non c’è più, ha scoperto di sapersi commuovere. Ma la grinta è sempre la stessa.
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Se Ida è una ragazza che, contro ogni aspettativa della madre, ha scelto di dare una rigida impronta razionalistica alla sua vita diventando ingegnere e mettendo da parte il suo amore per la poesia, Federico è un ricercatore che lavora nel campo della biologia e genetica ma che ama la mitologia e la musica sacra. Amici in un gruppo eterogeneo, pur provando una reciproca simpatia peraltro mai esplicitata, potrebbero continuare a vivere le loro vite in modo parallelo se Elyas, uno straniero gentile e misterioso, non fosse venuto ad aprire uno strano emporio nel paese dove abitano. Tra erbe, piante esotiche, libri e strani vecchi oggetti dal fascino segreto, Elyas vuol restituire anche i sogni a chi, come dice lui, “non li ha più o ha paura di crederci ancora”. Quel luogo, a causa del quale si confronteranno le varie anime dei residenti, sarà per i due protagonisti l’occasione per un difficile cammino verso la riscoperta di se stessi e dei loro reali obiettivi per il futuro che li condurrà a scegliersi reciprocamente e ad accettare di diventare parte di un progetto del quale Elyas è artefice e parte in causa. Il senso della vita e la continuità di questa oltre lo spazio e il tempo apparentemente concesso a ciascuno di noi, costituiscono il fil rouge di questa storia dove nulla è scontato e dove il libero arbitrio si confronta e combatte con i disegni spesso imperscrutabili del destino.
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Negli anni ’30 un gruppo di adolescenti attratti da un progetto comune, si ritrova a condividere la propria vita e crescita interiore guidati da un’insegnante di disegno e pittura dai metodi totalmente fuori dagli schemi tradizionali. L’espressione artistica in tutte le sue sfaccettature influenzerà il loro modo di pensare, di vivere e di comportarsi, formerà rapporti solidali e puri che solo l’avvento del Fascismo e della Seconda Guerra Mondiale interromperà fisicamente, avviando ognuno alla propria vita. Quasi casualmente, questo gruppo si ritrova negli anni ’70 per passare il testimone a giovani che, come loro anni prima, inseguono un sogno: l’emancipazione dai condizionamenti esterni. Un viaggio nella libera espressione, nel significato della vita e dei suoi valori attraverso tutte le forme artistiche, capaci di educare ai giusti valori e alla percezione delle priorità positive e costruttive.
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V. è Vanessa Simonini, una ventenne piena di vita che in una notte di dicembre del 2009 è stata strangolata da un “amico”, che ha poi abbandonato il suo corpo sul greto del fiume Serchio, vicino a Gallicano. V. è una delle migliaia di vittime di quel femminicidio che offende la dignità di una società che si vuol definire “civile” e che obbliga a interrogarsi su come sia ancora possibile, nel XXI secolo, giungere a uccidere una donna solo per un rifiuto o per la richiesta di tornare ad essere libera.In questo romanzo, la madre ripercorre le tappe più significative dell’esistenza di V.: è l’occasione per raccontare anche di altri tempi, tempi nei quali quei suggestivi luoghi della Lucchesìa erano vissuti da altra gente con altre regole e un’altra capacità di coesione, ma è anche, e forse sopratutto, l’occasione per denunciare un rischio costante in questa società: quello di non saper distinguere per tempo questi assassini, spesso celati dietro identità più che normali, finendo per dare i propri figli, o se stessi, in pasto a loro in assoluta buonafede.
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Edoardo Pellegrino, alle soglie dei quarant’anni, vive serenamente la sua superficialità galleggiando nel Comprensorio del Cuoio, insieme di piccoli comuni della provincia pisana noti per gli “odori”, che siano di pelle conciata o di tartufo bianco. È un single convinto, ama la sua moto, il buon vino e, a modo suo, le donne. Tutti i comportamenti di Edoardo sono finalizzati a un unico obiettivo: limitare al minimo ogni forma di responsabilità. Architetto come formazione, si rifugia a lavorare nella rivista culturale cittadina “Cuore” dove sfrutta il suo sarcasmo innato e la sua buona mano facendo il vignettista e curando il sito web. Il fondatore della rivista, l’enigmatico Diego, e il capo redattore, il passionario Fulvio, sono suoi amici d’infanzia. Nulla sembra turbare la vita tranquilla che Edoardo si è scelto. Il destino vuole, però che, a causa di un malore, Fulvio non possa recarsi in Chiapas per un servizio sugli zapatisti e Diego, promettendo una mini vacanza a Playa del Carmen, convince Edoardo a partire. Inizia l’avventura che porterà Edoardo, contro la sua volontà, ad affrontare situazioni per lui impensabili. Riuscirà questa storia a cambiare Edoardo o rimarrà il solito “surfista” della vita? La domanda rimane aperta e il finale, naturalmente, è a sorpresa.
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“La storia che racconto è totalmente inventata eppure vera. Via via che scrivevo mi accorgevo di attingere continuamente a ricordi stratificati dentro di me. Personaggi strani, situazioni particolari si proponevano e talvolta si imponevano perché li fissassi sulla carta. È stato particolarmente emozionante scoprire che stavo scrivendo non solo di esperienze personali ma anche di ciò che da bambina mi era stato raccontato o solo ascoltato nei discorsi domestici e che era diventato parte di me. Oggi che manca quella dimensione che veleggia tra realtà e fantasia costituita dalla trasmissione orale di storie antiche e affascinanti, questa mia narrazione è in qualche modo uno stimolo a recuperarla. A questo passato di ambienti naturali e di legami umani oggi scomparsi, mi sono ispirata per narrare questa storia che è una vera e propria fiaba per adulti”.
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Confessione scioccante ed introspettiva di una giovane donna vittima di violenza domestica, Eva è l’espressione grandiosa di una femminilità repressa dal senso di abnegazione, assoggettata ad una virilità illecita, mortificata nella propria sensualità, privata del diritto a vivere la maternità e dei propri diritti di identità e libertà. Sceglierà, in maniera inconsapevole, di cedere al Senso naturale e legittimo di essere soprattutto se stessa. Moglie, amante, adultera, contesa, amata, giudicata e vittima del proprio giudizio, ma soprattutto donna.
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Proposti in un ordine che capovolge la più antica sequenza dell’annuale fecondità (in base alla quale si disponevano i mesi dalla primavera all’inverno), i racconti che compongono il volume Stagioni (sognate) tracciano il percorso di un anno che solo in apparenza viene scandito dalla cronologia. Questo particolarissimo anno sognato smentisce ogni linearità dell’esperienza in un rincorrersi sfumato di percezioni, trasalimenti e memorie. Nessuna pretesa di realismo – se non quello che appartiene al sentimento e alle verità del cuore – caratterizza queste cinque brevi narrazioni che piuttosto si volgono verso la dimensione del mito e verso la leggenda. Partecipe dei sussulti e dei trasalimenti dell’animo umano – anzi, protagonista autentica, insieme agli uomini, di queste pagine – è la natura, la cui voce, fatta di foglie e di petali, di nuvole e di vento, non suona mai uguale, ma ritorna, appunto, stagione dopo stagione.