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"Non si tratta di un trattato né di un libello polemico. Neppure di un romanzo. Solo cronache. Di fatti. E di pensieri, fantasie, stati d'animo che nel vuoto e nella solitudine imposta dal lockdown sono divenuti, inevitabilmente, dominanti. Perché di fatti ne accadevano ben pochi. Ma pensieri e sogni imperversavano. E poi sono Cronache della peste. E soprattutto della paura. Quindi frammenti. Nati per restare tali. Una narrazione dall'interno che ha una sua disorganica unità. Perciò non ho provato a dare loro un qualche ordine astratto. Li ho messi in fila - con l'eccezione di una premessa - così come li avevo scritti. Uno per giorno. Perché, appunto, non sono, e non pretendono d'essere altro che delle modeste Cronache".
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La voce perduta - vita di Farinelli, evirato cantore La nuova edizione del prezioso saggio di Sandro Cappelletto su una delle figure più significative della musica del XVIII secolo. "Una nuova edizione del libro di Cappelletto era attesa da tempo, il testo non avendo perso nulla della sua originalità e avendo contribuito al progredire della conoscenza di Farinelli e dell'epoca dei castrati" Luigi Verdi Centro Studi Farinelli
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Giacomo Puccini - Gloria e Tormento La vita di Giacomo Puccini è un romanzo. Un romanzo che può essere scritto grazie ad una fonte diretta formidabile di notizie vere, di fatti, di stati d'animo e accadimenti che sono le lettere che Puccini scriveva e riceveva. Ne sono state rinvenute più di diecimila, molte migliaia sono state pubblicate, altre si trovano nei vari archivi, altre ancora sono da scoprire. Lasciando proprio la parola alla sua corrispondenza (analizzata per la prima volta dallo sguardo di una donna, da sempre appassionata di Puccini) il romanzo della vita del Maestro si esplica in tutta la sua grandezza: glorioso, drammatico, appassionato, lacerante.
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Nel cuore della città di Lucca, a due passi dalla centralissima piazza San Michele, c’è una piccola strada, via di Poggio, che conduce in un’altra piazzetta, detta Cittadella, in cui dal 1994 si innalza una statua, omaggio della città al suo più grande figlio: Giacomo Puccini. Appunto in via di Poggio il piccolo Giacomo nacque il 22 dicembre 1858. Questo volume ripercorre la vita del Maestro seguendone il percorso artistico, ma anche le influenze che i vari luoghi e incontri hanno avuto sulla sua produzione: dagli anni di formazione a Lucca e a Milano, con la nascita delle prime opere, alla fama raggiunta con Manon Lescaut, fino all’incompiuta Turandot. Il tutto senza tralasciare i momenti più complessi della sua vita e della sua produzione artistica, che frequentemente ha vissuto fasi di ripensamento e modifiche più o meno sostanziali.
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Che tu sia un venditore di professione oppure no, non importa. In questo libro ti spiego perché la Vita è una continua Vendita. Parlo del vero valore e significato della Vendita e della sua totale corrispondenza con la Vita. Tutta la Vita è una Vendita e per vivere meglio, raggiungere i propri obiettivi in qualunque area personale e professionale, è necessario, prima di qualunque tecnica, avere le conoscenze di base che nessuna scuola tradizionale, ahimè, ti ha mai insegnato. Ti aiuto a prendere consapevolezza delle basi comuni che hanno la Vita e la Vendita per intraprendere un nuovo cammino di crescita, è un libro per te, solo per te, che cerchi concretezza e semplicità. Buona consapevolezza!
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Il mio mistero è chiuso in me - Life and operas of Giacomo Puccini. In the heart of the city of Lucca, a stone's throw from the central Piazza San Michele, there is a small street, Via di Poggio, that leads to another small square, called Cittadella, where a statue has stood since 1994, the city's tribute to its greatest son: Giacomo Puccini. It was precisely in Via di Poggio that the young Giacomo was born on 22 December 1858. This volume retraces the Maestro's life, following his artistic path, but also the influences that the various places and encounters had on his production: from his formative years in Lucca and Milan, with the birth of his first operas, to the fame he achieved with Manon Lescaut, up to the unfinished Turandot. All this without neglecting the most complex moments of his life and artistic production, which frequently went through phases of rethinking and more or less substantial modifications.
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Il testo Filosofia per contemporanei intende proporsi come strumento introduttivo e orientativo alla “lettura” della filosofia (e della sua storia). A partire dalle istanze contemporanee della filosofia, propone infatti alcuni percorsi introduttivi per rileggere, con terminologia accessibile e propedeutica, alcune grandi questioni-chiave della filosofia, aggiornate allo scopo di essere strumenti concettuali adeguati alla comprensione del mondo contemporaneo, senza tuttavia semplificazioni psicologiche, sociologiche o esistenziali. La filosofia, lungi dall’essere una materia astratta e “in-utile” (nel senso di superflua e che non porta vantaggi immediati e/o materiali…), rappresenta, in realtà, il tessuto integrato della storia e della società di ogni epoca.
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Tra il 418 e il 419 AC, il sovrano turco-islamico Mahmud di Ghazna conia una serie di monete bilingui, che costituiscono uno straordinario esempio di interazione culturale tra civiltà islamica e mondo indiano. Le loro legende sono particolarmente interessanti perché vengono tradotte dall’arabo al sanscrito attraverso termini propri della tradizione religiosa, letteraria e filosofica indiana. Questo libro racconta la loro storia e ricostruisce il loro contesto di produzione e di circolazione, mettendo in luce come le monete siano spesso importanti strumenti di comunicazione culturale e di propaganda politica. È in particolare l’analisi della versione in sanscrito della sahada (la professione di fede musulmana) a svelare la grandezza della corte di Mahmud di Ghazna, caratterizzata da continui contatti e scambi culturali tra eruditi indiani e sapienti islamici. Tra questi, un ruolo di primo piano spetta senza dubbio a uno dei più notevoli intellettuali di tutti i tempi: al-Biruni.
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36 lettere inedite di Alfredo Catalani. Un autentico Vaso di Pandora che Daniele Rubboli apre a poco a poco per non perdere nessuno dei segreti che permettono di far nuova luce su questo autore passato alla storia come “Il Cenerentolo della Musica Italiana”. Un’occasione per sapere di più della vita e dell’arte di questo compositore spesso, anche a sua insaputa, in bilico tra la vita e la morte. I suoi amori di uomo, le sue passioni artistiche, le sue smanie per i viaggi, le sue ansie per i familiari che si ammalano e muoiono, per le sue opere programmate a fatica nei teatri, per gli imprevisti della vita che gli impongono cambiamenti di programma fastidiosi, ci danno finalmente un quadro più umano dell’autore della “Wally” mettendo anche in più nitida luce tutto il suo teatro e la sua poetica. Rubboli mette a fuoco anche il mondo teatrale di quegli anni che non vive più solo nel mito di alcuni artisti, ma è costellato da un piccolo esercito di cantanti e direttori d’orchestra che hanno fatto felice il pubblico di fine Ottocento. Così le 36 lettere, diventano quasi un romanzo.
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La storia del Teatro del Giglio è intimamente legata da oltre un secolo a quella di Giacomo Puccini. Dalla prima rappresentazione di un’opera pucciniana al Giglio (Edgar, 1891) il teatro lucchese ha messo in scena, quasi ogni anno, un lavoro del grande musicista lucchese, con un successo sempre crescente e che non conosce pause. Questo testo ripercorre la storia di tutte le rappresentazioni pucciniane al teatro di Lucca. È un percorso affascinante attraverso oltre 100 anni di storia del teatro lucchese, mediante i quali è possibile anche rivivere momenti culturalmente rilevanti della storia della città. La storia delle opere di Puccini al Giglio ci proietta in una vicenda appassionante, in cui si alternano grandi cantanti, direttori d’orchestra, registi e ci offre il ritratto di una città sempre attenta e curiosa di fronte alla musica del suo più grande figlio.
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Anno 1186 A.C.: il Pentateuco, integrato dal libro di Giosuè, è l’unica testimonianza “storica” che narra le vicende del popolo ebraico durante la sua permanenza in Egitto, l’esodo e la conquista della Palestina. Al di fuori di esso, se si eccettua la frase: “Israele è desolato, non c’è più il suo seme”, incisa su una stele del quinto anno del regno di Merenptah, il nulla più assoluto. Non una parola è contenuta nelle cronache del Medio Oriente che possa confermare quelle vicende. Per questo storici ed esegeti hanno fatto a gara nel mettere in dubbio l’attendibilità della loro fonte primaria, narrando quei fatti a propria fantasia, spesso negandoli e comunque ambientandoli nelle epoche e nei contesti più disparati, con il risultato di rendere quella storia inverosimile e del tutto incomprensibile. In questo saggio l’autore restituisce verosimiglianza e verità storica a quelle vicende che egli ricostruisce in maniera perfettamente aderente al testo biblico, nella convinzione della sostanziale integrità di una tradizione popolare che racconta i fatti come sono stati vissuti e capiti dai loro protagonisti e testimoni oculari e tramandati senza travisamenti premeditati. La chiave per comprendere appieno questi avvenimenti è stata l’utilizzo delle numerose e puntuali informazioni di carattere temporale contenute nel testo biblico che inquadrano i fatti narrati in un sistema di date precise, ambientandoli in un contesto storico univoco e integrandoli in maniera perfetta nella storia di quel periodo, facendo combaciare il racconto biblico con i documenti egizi.
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“Ecco finalmente un sasso, un sasso ben levigato e strutturato, che viene fatto cadere nelle acque stagnanti e impigrite della storiografia mascagnana. (…) Mancano oggi all’appello molte tessere del mosaico mascagnano: la già lamentata assenza di un’edizione critica completa delle opere trascina con sé l’esecuzione e l’incisione discografica di molti titoli e lavori oggi rarissimi o conosciuti solo tramite interpretazioni imperfette. (…) È mancata in genere la contestualizzazione di Mascagni nel mondo a lui contemporaneo: si sono analizzate le sue opere di per sé, in relazione ai libretti e alla fortuna o sfortuna sulle scene, ma non leggendole nel contesto artistico internazionale di cui Mascagni era uno dei protagonisti. In questo contesto, ben venga allora il bel sasso che Fulvio Venturi scaglia nella palude degli studi mascagnani: un libro che finalmente riferisce una biografia aggiornata e che ricolloca il musicista nel suo contesto storico, ricostruendo il tessuto che lo legava alla sua città natale, grazie al reticolo offerto da una gran mole di documenti preziosi. Scrivere su Mascagni e Livorno non è operazione campanilistica né tantomeno provinciale: Livorno fu per il compositore il porto sicuro a cui far ritorno in tutte le fasi della vita, mantenendo sempre vivi i rapporti musicali, professionali e amicali. La ricerca di Venturi porta così in luce uno spaccato dettagliato del contesto politico, sociale e culturale della Livorno in cui visse Mascagni, evidenziandone le relazioni con gli artisti dell’epoca. La lente di Venturi ci focalizza particolari biografici inediti o rimasti nelle pieghe, restituendoci un rapporto fra Mascagni e Livorno spesso burrascoso ma denso di sviluppi artistici e umani. In sostanza, questo volume viene a colmare una lacuna importante della non vasta bibliografia mascagnana. Il lavoro di Venturi arricchisce il campo storiografico lasciandoci una biografia basata sui documenti, una ricostruzione dettagliata del lavoro di Mascagni a Livorno e uno spaccato del tessuto culturale della città a cavallo dei due secoli”.