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Tre racconti sui grandi passi che i piccoli devono fare per superare le loro paure e gioire per le loro conquiste. Illustrazioni di Valentina Gelli.
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Cronache dalla campagna è una raccolta di storie che hanno come radice la pratica, la terra, l’acqua, i semi, il lavoro. I protagonisti sono alcuni degli “abitanti” della campagna: il Lombrico, la Cornacchia, l’Istrice, il Pulcino, la Mucca, il Maiale, il Cavallo e ovviamente mamma Chioccia.
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C’è un tempo sospeso tra l’ieri e il domani oltre una Cascata che canta: si chiama la Terra Oltre la Cascata, T.O.C per Voi Amici. Ci si arriva il Mercoledì notte portati da due vecchietti buoni ed eccentrici in un carrello della spesa (e potete fare a meno della maglia di lana), o su un’astronave-dromedario. Si scende dalla Cascata aggrappati a una risata ma, attenzione, solo se si ride “con” gli altri, non “degli” altri, sennò mica funziona! Arrivi fino a un Osservatorio, che prima era un Faro, e vieni subito interrogato; se sbagli, ma il tuo animo è gentile, puoi entrare nel Boscoblu. Trovi tutti gli animali fantastici che vuoi, soprattutto quelli che fanno figuracce nelle altre storie ma che, se rispettati, si comportano bene.
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Tommy e la sua felpa rossa inizieranno un nuovo cammino: diventare grandi. Tommy scoprirà come è bello crescere anche se dovrà rinunciare alla sua felpa preferita! Illustrazioni di Silvia Pignat
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Anche la pioggia torna al fiume è un lavoro di scavo e di cesello sulle sue radici, che si sviluppa per gemmazione e approfondimento, concentrando qui anche i tratti di un lavoro analitico ed esoterico, dove l’andare avanti è spesso un ritorno indietro, come un rammendo che rinforza e ridefinisce ogni passo. Lina, Rosa, Egle, Selene e tutte le altre sono donne che vivono su una montagna europea ben prima di ogni battaglia per l’emancipazione, e tuttavia sono del tutto consapevoli di sé, dedite alla sacralità della vita, all’importanza dei legami con la terra e tutti i suoi abitanti, uomini e animali, bambini e vecchi, vento e acque, sereno e bufere, lavoro e pause… nell’alternarsi ciclico delle stagioni. Sono donne silenziose e scabre, essenziali e assolute, raccontate nei loro gesti quotidiani, in un presente storico che le fissa in immagini emblematiche come le figure di un presepe. Somigliano alle grandi Madri della preistoria, ma sono anche le donne di oggi e di tutti i tempi, le coraggiose custodi del fuoco e del lievito – le signore dell’Etica – che in qualunque epoca potranno ridare spirito, nerbo e senso a una società infiacchita, annoiata e dispersa, attraverso un’indomita ricerca di senso e di fedeltà al proprio ruolo.
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Bartolomeo, un ometto piccolino con una faccetta tonda e un buffo cappellino, è il guardiano di un bellissimo bosco. Gaia, Trippa, Bruno, Orzo, Speedy e Maya sono gli amici che aiuteranno Bartolomeo a salvare il bosco da Peter, un uomo che non rispettava le regole della natura.
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Il testo Filosofia per contemporanei intende proporsi come strumento introduttivo e orientativo alla “lettura” della filosofia (e della sua storia). A partire dalle istanze contemporanee della filosofia, propone infatti alcuni percorsi introduttivi per rileggere, con terminologia accessibile e propedeutica, alcune grandi questioni-chiave della filosofia, aggiornate allo scopo di essere strumenti concettuali adeguati alla comprensione del mondo contemporaneo, senza tuttavia semplificazioni psicologiche, sociologiche o esistenziali. La filosofia, lungi dall’essere una materia astratta e “in-utile” (nel senso di superflua e che non porta vantaggi immediati e/o materiali…), rappresenta, in realtà, il tessuto integrato della storia e della società di ogni epoca.
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“Un uomo sulla quarantina con il fisico muscoloso mi ricevette alzandosi in piedi e dandomi la mano in una stretta decisa ma calda, puntandomi addosso due occhi di un azzurro intenso. Alle sue spalle due cartine geografiche delle Apuane con alcune zone cerchiate in rosso, sotto due attestati di partecipazione al soccorso alpino e alcune foto”. Così Emma nel primo racconto, Girasoli, ci presenta il Commissario Paolo Carrani, che sarà il personaggio chiave di queste due storie nelle quali faremo la conoscenza del nuovo protagonista del giallo italiano. L’ambientazione toscana e più precisamente in uno dei tanti incantevoli borghi della lucchesia, Barga, ci regala atmosfere e tradizioni locali che possono però ben estendersi ai tanti altri centri minori del nostro Paese. Un giallo originale nel quale la dimensione umana dei personaggi, anche dei “cattivi”, supera di gran lunga la spettacolarità delle azioni coinvolgendo il lettore in un gioco di ipotesi tutte verosimili e possibili.
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Quando ad un certo punto della vita prendiamo consapevolezza della nostra fragilità, dell’impermanenza di tutte le cose, solo la riconquista del momento presente può dare nuova linfa e nuovo significato alla nostra esistenza che ritorna preziosa, degna di essere vissuta, proprio perché non dura per sempre.
Questa consapevolezza raramente è un dono spontaneo che matura presto nella vita: spesso è il frutto di esperienze dolorose che talora ti mettono di fronte a situazioni difficili nella tua vita, addirittura dal trovarsi faccia a faccia con la morte, altre volte è il frutto semplicemente dell’età che avanza, dell’accorgerti “improvvisamente” che il tempo è passato, e la riflessione diventa necessità. Alla fine, quel che più conta è che, contemplando la nostra esistenza magari al tramonto seduti in veranda, la parola che meglio definisce la nostra vita sia “gratitudine”.
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Tre storie, tre vite diverse: Agnese volitiva e intraprendente, Angelica realizzata e sicura di sé, Rita sfrontata fino al limite di una incosciente lungimiranza. Messe di fronte a una scelta importante, dovranno necessariamente confrontarsi con se stesse e con i propri limiti. La prima si troverà a dover scegliere se continuare a portare avanti oppure sacrificare l’amore per lasciare aperta la porta a un’ultima occasione. La seconda, nella notte prima del suo matrimonio in un momento di profonda intimità con sua madre, scoprirà il vero valore del tempo proprio in quell’ultima occasione. La terza, stanca e insoddisfatta della propria vita, non esiterà a trascinare nel suo salto nel vuoto la sua famiglia pur di afferrare al volo la sua ultima occasione.
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«Ti ho svegliato?!» «No, stavo facendo un solitario...» aveva risposto Tenax infastidito dall’ironia del collega. «Allora vedi di vestirti in fretta e vieni a San Giuseppe». «Che è successo Giorgio?» «Hanno ammazzato una guardia giurata durante il servizio di controllo a una fabbrica. L’omicidio si è verificato circa due ore fa». Inizia così una nuova avventura del Comandante dei Carabinieri Tenax, che lo vede protagonista di un caso decisamente complesso legato a una vendetta interna a una società di guardie giurate. Ancora una volta il fiuto del Comandante condurrà la squadra verso la soluzione del caso, ma fantasmi del passato turberanno la sua mente costringendolo a riflettere sul significato di “certezza della pena” e sul ruolo della Magistratura nel considerare una condanna “equa” rispetto alla colpa commessa e quindi non riducibile da nessuna deroga. La penna dell’Autore, che è stato davvero un Comandante dei carabinieri per oltre 35 anni, ci porta con passione e lucidità all’interno delle indagini e delle numerose sinergie necessarie per affidare alla giustizia i colpevoli, trovando le parole più giuste per dare a tutti i protagonisti il valore che meritano, in un quotidiano eroismo che passa attraverso un lavoro spesso faticoso e poco gratificante.
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“Vietato sognare” nasce come atto di denuncia contro un sistema educativo che priva le bambine dell’infanzia, le ragazze della gioventù e le donne della maturità. Di quella folta schiera di donne fa parte Nika. Seconda di sei figli, nasce intorno agli anni ‘60 in un paesino minerario della Sardegna. Nika rivela un carattere forte e deciso che viene subito etichettato come negativo. È sempre fuori tempo e fuori luogo e le punizioni, pesanti e umilianti, si susseguono ad ogni sua mancanza. La cruda realtà frena i suoi slanci e punisce i suoi tentativi di rompere con gli schemi di un’educazione che la vuole docile e sottomessa. Studia con profitto ed entusiasmo e vuole fare l’università. Trova l’amore, ma un destino crudele glielo sottrae, riportandola allo stato di “prigioniera” delle regole sociali e familiari. Per sottrarsi a questa ormai insopportabile schiavitù, decide di seguire Carlo, che la sposa e la porta in Lombardia. Comincia per Nika una nuova vita, purtroppo ben diversa da quella che aveva sognato. Anziché fuggire da quella situazione familiare violenta e non gratificante, rimane e combatte per i suoi tre bambini e per se stessa, rivendicando il diritto di essere protagonista della sua vita familiare e professionale. Sebbene la vita continui a ripeterle: “Vietato sognare!”, conquista con fatica alcune importanti soddisfazioni professionali e, lentamente, costruisce un clima migliore anche in famiglia.