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La bottega della liutaia L’amore “tossico” non coinvolge solo le donne; il protagonista di questo romanzo ne è così profondamente coinvolto da perdere il senso della realtà e da mettere in gioco la sua professione e le possibilità di carriera ad essa collegata. A fare da cornice a questa storia, Livorno con il suo porto ed il commercio marittimo che apre scenari e rapporti internazionali ma anche inevitabili realtà locali che guardano, e giudicano, spesso solo ciò che fanno gli altri. Ma per fortuna, per Tommaso, il protagonista del romanzo, qualcuno vuole il suo bene ed è disposto a mettersi in gioco e a mettere in gioco gli affetti più cari. Un “romance” che certamente piace alle donne per le tematiche che propone e per la grande attenzione che l’autore rivolge al mondo femminile senza indulgere in facili adulazioni, ma dimostrando che c’è qualcosa che anche agli uomini, mettendo in discussione le loro granitiche certezze di “sesso forte” e mostrando quel lato della personalità che spesso vengono sottovalutati e ignorati per pudore o per luoghi comuni difficili a morire. Sullo sfondo, il golf con le sue regole e il violino la cui armonia esige una straordinaria sensibilità in grado di misurarsi anche nella complessa articolazione delle sue parti, ognuna delle quali deve essere eseguita con la massima accuratezza l’assemblaggio per garantire la qualità musicale. “…il liutaio sa bene che non è sufficiente rifarsi un’oltremodo alle regole e alle tradizioni costruttive dettate nei tempi dai padri e figli, da maestro ad allievo. Ma deve sapere anche che non basta studiare i disegni e ripetere con certosina precisione le misure delle sommità delle sue volute, delle chiavi dei fori e delle singole parti tutte del violino. La qualità musicale dello strumento è legata a minutissimi particolari che le esperienze personali possono suggerire alla maestria del costruttore, e sono proprio quei dettagli che, come una volta disse il mio primo maestro, fanno la differenza. Occorre qualcosa in più. Occorre quel “qualcosa” che vada oltre e miri alla perfezione. Occorre che nel solco del legno scavato dalle sue mani nascano capolavori unici i violini costruiti dai famosi liutai cremonesi nel Seicento e Settecento…”